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sabato 25 febbraio 2012

Mosaico di parole;Epigrammi di pensieri

- Prima c'era speranza nei tuoi occhi; adesso c'è delusione.

- Mi chiedo spesso cosa accadrà quando il fumo si sarà diradato.

- Mosaico di parole,epigrammi di pensieri,schegge di commedia,dramma,tragedia.

- Sentivo la mia lingua come una spada fiammeggiante,così come volevo diventasse la mia penna

-Cento dollari di carne morta, già masticata da ubriachi e tossici, ragazzini inesperti e vecchi fin troppo esperti

- Vecchie che spiano la città,celate dalle loro tendine in tinta.Disgusto; non voglio invecchiare

- Assumere rum, era come una trasfusione per un uomo dissanguato,come l'aria dopo 3 minuti di apnea. Era la vita ad averlo fottuto e tradito 


- La personalità è tutto: Tre lavoratori escono dopo lo stesso turno; Uno ha bisogno di una birra. L'altro ha bisogno di una canna. L'ultimo ha bisogno di scopare

-Ti senti mai come se il tempo di fosse fermato? Avverti mai la sensazione di come se stesse per piovere? Ascolti mai, il suono del mare,come se si fosse agitato? Percepisci mai il vento come incazzato?

- Le nuvole cambiano posizione,come in una danza sensuale.Folle.Erotica


- Perché quando la guardo, mi sembra una guida al labirinto?

Il battito accelera; la rabbia si irradia nel corpo e si manifesta come un'inondazione dai tuoi occhi


- E' una notte desolata e gelida,come un'amante tradita

-Ti  ho chiesto qualcosa; non mi stai dicendo qualcosa, mi stai tenendo nascosto qualcosa 

-Guardando la natura fluire; foglie di un albero danzare col vento; le tossine della tempesta che abbandonano  i fiori che sono baciati da un sole novello. E' lì che proprio non ho pensieri meravigliosi

-Di notte guardo la luna ed essa muta in un volto di donna






lunedì 13 febbraio 2012

Avviso di carpe diem

Dovrebbero mettere un segnale acustico, un avviso di carpe diem; io non sono per nulla bravo a "cogliere l'attimo, o al vivere il presente. Mi sfugge spesso l'occasione da cogliere al volo. Credo però,sia più una questione di fortuna,piuttosto che di bravura. Oppure sono bravissimo a perderla. Pare che qualcuno,colga il suo carpe diem,quando sente una strana sensazione di invulnerabilità; è quello il segnale. Altri invece,avvertono uno strano malessere,una strana paura. Per me,queste dicerie non valgono, non le avverto. Quello che succede è che c'è sempre la vita a riportarti col culo sui banchi di scuola; al nascondersi dietro l'amico del banco anteriore, quando la prof scorre l'elenco dei nomi sul registro. Venire beccati,nel giorno sbagliato,era come prendere un cazzotto in pieno volto. E fa male; ma sputi un po si sangue e contestualmente ti prepari ad un nuovo e futuro incontro. Magari le riprendi, e ti ritrovi di nuovo lì a farti gonfiare di botte e capisci che in fondo non è male essere il sacco su cui gli eventi della tua vita si allenano. Impari a capire chi,in futuro,potrai sfidare e chi no. Ti eserciti sul campo,cresci e diventi forte agli occhi degli altri. E sei pronto a delusioni sempre più grandi


mercoledì 1 febbraio 2012

Malatofobici

La paura. O al plurale,le paure. Cos’è esattamente una fobia? Uno stato d’animo? Un sentimento? Le “classiche”,sono a dir poco noiose.Siamo saturi di aracnofobici, claustrofobici e xenofobi;esistono fobie veramente buffe, alcune inquietanti, altre veramente bizzarre.
Sebastian: Partenofobia: è la paura delle vergini.  Esattamente le donne/ragazze che non hanno mai avuto il piacere fisico più famoso della storia. Per i religiosi sono le ragazze pure; per i libertini sono noiose. Per Sebastian erano motivo di malessere fisico; stato d’ansia, senso di paralisi,dispnea, iperidrosi. Ogni volta che parlava con una donna,si poneva la solita domanda : “Sarà vergine?” Il solo pensiero lo mandava in agitazione; era più forte di lui,non riusciva a non pensarci,era più forte di lui. < Ok,anche se giovane,è madre. O sarà una baby-sitter? Cazzo,come faccio ad accertarmene; anulare sinistro? Sgombro da anelli. Cazzo. Il bimbo è piccolo, e le tette sono grandi. Lei è minuta, si potrebbe aver affrontato da poco la maternità. Non saranno mica state scolpite,da quale chirurgo? Sto impazzendo>
La sua mente era trafficata da pensieri del genere; che nel caldo focolare della propria mente risultano pure simpatici, ma non da chi era oggetto dei suoi inquietanti sguardi. Lo spettacolo cui la presunta vergine era sottoposta era quello di un uomo che fissandola,iniziava a sudare; e questo di certo non aiutava lui né entusiasmava lei; di certo riducevano a zero le sue possibilità di approccio le domande che Sebastiàn rivolgeva alle donne. Tutte incentrate sulla loro vita sessuale,per permettergli di capire se fossero o meno “pure”. Spesso i sintomi si manifestavano con una gocciolina che dalla tempia graffiava il suo volto,ad una velocità pazzesca; volto di un colorito poco rassicurante. Perché che se ne voglia, i colori trasmettono sensazioni: di sicurezza,di ansia,di tristezza,di angoscia; Il verde ad esempio è (o dovrebbe essere)un colore rassicurante,rilassante. Il giallo mette indiscutibilmente fretta, di quelle positive; correre in aeroporto per rivedere qualcuno di speciale. Il rosso, su belle labbra carnose,invitanti , si esprime col desiderio che ha ogni fallo, di essere “abbracciato” dolcemente dalle stesse  ….Sto divagando. In ogni caso Sebastian, a tratti perdeva il controllo di se dinanzi ad una donna , di quelle che poteva catalogare nel comparto: Vergini. Suoleva racchiudere infatti,tutte le  donne in comparti. Mamma,  milf, brava ragazza in pubblico-cattiva ragazza in privato, zoccoletta, possibili vergini, vergini, troioni esagerati,ambigue, etc.
Lui era un bravo ragazzo, fondamentalmente, strano solo per via della sua fobia sessuale che di fatto, era un ostacolo alla sua vita sociale. Aveva un lavoro,che lui in realtà odiava. Gestiva un piccolo negozio di cosmetici, ed è li che nella solitudine ciclica della giornata in un negozio del centro, elaborava le sue teorie sui colori. Apertura alle 9.00. Chiusura pausa pranzo alle 13.00. Apertura pomeridiana alle 14.00. Chiusura alle 19. Paradossalmente la routine era ciò che lo teneva ancorato a quel lavoro. Gli piaceva quella routine e non amava neanche negarlo. Ognuno di noi entra a far parte di un proprio ciclo; c’è chi ha nell’assenza di routine la sua routine. Si finisce a fare cose simili,ad orari simili,in tantissimi ambiti. Si finisce sempre con l’abituarsi all’abitudine,in attesa di qualcosa che la laceri e che la muti in altra abitudine; il che ripetuta nel tempo diventa un’abitudine anch’essa. La sua fobia era la sua ossessione. Una scappatoia era fornita dagli show in tv; la sera,nel suo divano in tessuto italiano; verde acido ovviamente. Era quello l’ambiente ideale per i partenofobici: Le presentatrici standard, avevano le labbra rifatte, cosce allenate e gran bei culi scolpiti, fasciati da microabiti indossati unicamente per aumentare lo share. Avviserò i media di questa mia teoria delle donne in tv. Tendenzialmente da curriculum,risultano avere un master in fellatio ed esperienza con 75enni milionari firmatari della loro rispettabile lettera di referenze. Le ballerine: siccome manco sono coordinate tra loro, e sono solo in due,ci si chiede dove si siano formate; ultimamente gli artisti escono tutti da reality-cagata-show; devi saper fare tutto; cantare,ballare,recitare,piangere,litigare con i tuoi insegnanti, saperti truccare,salutare gli amici e i parenti, chiedere l’appoggio del pubblico; conoscere il kamasutra a memoria in realtà non sanno fare un cazzo,oltre a vendersi per trenta denari. Tutto è basato su fattori che nulla c’entrano con la loro “arte”. Ciò che conta è l’esperienza maturata in un hot-club.  Per le referenze contattare il Sig. A3891 presso la casa circondariale sita in XXX, n°cella 12. Se ve lo stesse chiedendo le sue credenziali del datore di lavoro sono: sfruttamento della prostituzione;evasione fiscale (niente ricevute sulle sveltine nel privè), violazione di norme igieniche; la scientifica ha trovate tracce organiche su tutti i divanetti e profilattici nella lavastoviglie. Anche sulle concorrenti,nessun dubbio: La n°1 è una 43enne con 2 figli e 2 divorzi: test verginità superato; la n°2, 24enne laureata in lingue, ma la carenza del suo italiano,l’aver confuso day con gay e l’ostentata convinzione che gli urali sono uno stato africano ,lascia supporre che sosteneva gli esami,nello studio privato dei prof, con il libretto tra le labbra,a gattoni,indossando la divisa composta da calze a rete e intimo di pizzo. Ecco. Vedendo show di questo tipo,riusciva a segregare in uno stanzino la sua fobia.
Carla:  Mnemofobia: è la paura dei ricordi. Siamo tutti concordi a voler rimuoverne alcuni:  lutti,delusioni,figure di merda. Ma vivere con lo stato d’ansia perenne,quando si ricorda qualcosa,non deve essere semplice. E’ chiaro,i sintomi non sono,come dire, devastanti,ma comunque sono stressanti; a certi stadi può portare anche a crisi di panico e sfociare nella depressione. Carla, ragazza forte, se ne era fatta una ragione e rimboccandosi le maniche aveva deciso di modificare il suo stile di vita. Per alcune cose non c’era problema; il primo ragazzo: bastardo che pensava solo a farsela, che sparlava di lei con gli amici, che una volta la colpì con un pugno al volto; la perdita della madre:  donna di cuore, risoluta, gentile,amorevole. Madre e padre allo stesso tempo, logorata da una malattia infame e vigliacca. Il padre appunto,  stronzo alcolizzato, andato via prima che la figlia potesse realmente capire di quanto ci guadagnasse dalla sua partenza. Una vita difficile insomma; forse sono stati proprio gli eventi a farla diventare una mnemofobica; ma lei, senza mai perdersi d’animo aveva sempre tenuto testa a questa cosa. Era riuscita a laurearsi senza problemi, purtroppo per lei in scienze della comunicazione. Purtroppo perché,onestamente, non ci fai un cazzo con quella laurea; ambizioni giornalistiche? Stenderei un velo pietoso.. Lei lo capì; Oggi fa la cameriera,lavoro che quasi le piace. Di sicuro non le dispiace,anche perché può lasciarlo quando vuole;  Nulla la lega al territorio, non c’è nulla. Per arrotondare scrive tesi di laurea,prassi risaputa oramai. Al lounge bar dove lavora,la situazione è sempre la stessa. Soliti cliché: bar pieno di zoticoni che bestemmiano e ruttano parlando di calcio; buzzurri che toccano il culo e sorridono pur difettando di un incisivo; fighetti coi loro pantaloni vita bassa che riescono nonostante ciò a muoversi: ma questi,i coglioni ce li hanno? Dico proprio fisicamente. Sono noccioline? Come fanno a muoversi. Gente volgare, che parla ridendo di bocche e culi,urlando e mettendo in imbarazzo pure quelli che non li conoscono. Fortunatamente il proprietario del bar è un tipetto serio, educato, con un certo stile e pure alquanto simpatico. Non che all’inizio non ci abbia provato con Carla, ma aveva capito che non c’erano possibilità ,per ora, e non l’assillava. Lei era una ragazza di carattere, graziosa, con buona cura di se, sexy anche in jeans,felpa e scarpe sportive. Una ragazza semplice,ma che potrebbe conquistare chiunque. La sua routine era bella piena, ma nonostante i tanti impegni e la sua fobia, un equilibrio l’aveva raggiunto,si era adattata alla sua fobia. Si può dire che riusciva ad evitare di ricordare; viveva giorno per giorno; è chiaro,lo stato d’ansia era sempre pronto ad aggredirla,come un cacciatore nascosto dietro un cespuglio; come un italiano in vacanza a Santorini,o un tamarro in trasferta a Riccione. Con se, sempre un’agendina, in ogni borsa, su cui annotare le cose che non “poteva” ricordare; inoltre il suo bilocale era disseminato di post-it, ma non sul frigo, bensì sugli specchi, all’ingresso, in camera da letto, qualcuno persino in bagno. In pratica la routine la “salvava” dal dimenticare. Metodica, precisa, le sue azioni erano come le pedalate in bici, automatiche senza necessità di ricordarle. Tuttavia non era per nulla facile;ma neanche impossibile; eppure erano i tristi eventi ad essere quelli più duri da dimenticare,mentre quelli felici, andavano via facilmente. Eppure ogni fobia ha piccole eccezioni: la musica, i testi, quel tipo di ricordi non le mettevano agitazione, ne ansia; forse esiste un qualche collegamento con i sensi; ci sono persone che legano un ricordo ad un suono,un profumo, alla vista, al tatto; capita,solo che non ce lo ricordiamo. La candela profumata,accesa in quella prima cena romantica,per la cotta adolescenziale: Vaniglia. Il gelato cioccolato e fragola,assaporato dai grossi seni di quell’avventura estiva….
Fabio: Eufobia: è la paura delle buone notizie. Forse più che una vera e propria paura, è un’avversione. Questo lo aveva reso un cinico bastardo, menefreghista, caparbio,senza mezze misure. Si era posto degli obiettivi e molti li aveva raggiunti; in quelli dove aveva fallito ovviamente non c’era rimasto per nulla male. Il suo malessere,più che fisico era psicologico. Detestava quei cazzo di sorrisini. Racimolato un pò di soldi, attraverso numerosi lavori,in cui si era “cimentato”, aveva investito ed aperto una piccola ma prolifica agenzia di viaggio, così come si era promesso tempo prima. Si sentiva un pò costruttore,un pò architetto dei desideri degli altri, per poi a volte, sentirsi demolitore degli stessi. Non che offrisse pacchetti viaggio fittizi,ma si divertiva ad omettere alcune informazioni utili. Esempio: giovane coppia di sposini, fidanzati dal tempo del liceo, vacanze con i genitori di lei, mai un tradimento,mai un ménage a trois, di quelli che si fanno sempre e dico sempre,la doccia prima di scopare, dove la massima espressione delle loro trasgressive prestazioni sessuali, lei lancia qualche urletto (finto) e lui le mordicchia un capezzolo; bene, quando distrattamente prenotarono per le Maldive, il nostro Fabio omise di informare che quel periodo,era quello delle piogge monsoniche. La gente che entrava già contenta ma non sazia di buone notizie,tanto che voleva sentirle anche da lui,non la sopportava. E questo era il suo modo per non ignorarli. Il figlio si è appena diplomato in un liceo prestigioso col massimo dei voti ottenendo numerosi premi e riconoscimenti per il calcolo veloce,ed ha trovato la sua anima gemella,una brava ragazza di famiglia cattolica? tanto da meritarsi una vacanza-premio?  “culturale” magari? cara signora,suggerisco l’economica e artistica Budapest. Se tuo figlio torna con il collo tatuato,due piercing,una cicatrice sulla faccia e una donna che dice che aspetta un figlio da uno del gruppo di italiani tra cui anche l’Einsten del calcolo veloce,non è colpa dell’agente di viaggio. In generale però dispensava ottimi consigli; era di quelli che ti serviva la cena, ma senza le posate d’argento né tantomeno pulirti il culo dopo aver allegramente deflecato. E’ chiaro che qualche bella cliente otteneva anche qualcosa di più. Si può parlare di ripulsione verso l’esternazione della felicità,che era sorella alle buone notzie,due gemelle con le trecce bionde e le lentigini.Nonostante il suo caratteraccio,o forse grazie a quello, ha sempre riscosso successo col gentil sesso. La notturna presenza femminile nel suo letto era parte della sua routine. L’agenzia e un luogo dove tenersi in forma, impegnavano le sue ore diurne. Lavoro,kick boxing e scopate! Una routine rispettabilissima.  Nel suo appartamento dall’arredo,come dire,minimal dava sfogo alla sua nevrosi d’origine fobica; quadri con ritagli di articoli di cronaca,cui cancellava o “colorava” determinate parole: RItrovaTO Imprenditore scomparto, diventava TROVA imprenditore scomparso,seguito dalle immagini numerate di tre bare.  Incidente aereo: 6 superstiti diventava: 6 superstizioso? Provaci di nuovo,con il logo della compagnia. Incorniciati erano anche le notizie sulle tragedie umane; i suoi soggetti preferiti erano coloro che perdevano soldi,casa,moglie e dignità con i gratta e vinci. Anche le anziane donne che si rivolgevano ai santoni per curare il malocchio che ha causato la tossicodipendenza del figlio. Fanculo le buone notizie! Sono come le slot machine,ti inculano sempre. D’aspetto selvaggio, accessoriato di barba incolta ma ordinata, capelli lunghi ma curati, sigaretta e sguardo intenso da cacciatore di passere in cui affogare per qualche ora,che ne delimitavano il suo essere; abito bianco,quartetto d’archi e lieto fine non hanno mai fatto parte del suo lessico con l’altro sesso; molto onesto da questo punto di vista. Non facevano parte neanche delle sue promesse; un po si sesso sporco e qualche gesto folle si.. Insomma, la sua fobia si rifletteva sul modo di essere e questo gli piaceva da morire.
Negozio,bar ed agenzia,erano lungo la stessa strada,di una grande città; non vi do l’indirizzo,perché anche se la cercasse su google earth sarebbe una delle tante vene grigie, che disseminano il pianeta; con street view vi spingerei alla scopofilia,quella malsana pratica sessuale di eccitarsi spiando altre persone; e non pensate che sia la stessa cosa dei siti porno perché non lo è. Gli orari lavorativi combaciavano, più o meno. Sebastian aveva notato Carla; sicuramente Fabio l’aveva adocchiata. Carla non ricordava i volti di nessuno dei due,pur avendoli incrociati tante volte. Ma veniamo ad oggi:  Carla entra nel negozio di Sebastian,per comprare quelli che sono i ferri del mestiere di ogni donna; i prodotti di bellezza sono come le armi bianche, devi esserci vicino per “sentirli”. La premessa è che la nostra mnemofobica  non è potuta andare nel suo “negozio” di fiducia,il cui indirizzo è segnato nell’agendina sotto la lettera N. Negozi, dove segnava appositamente la strada dei suoi esercizi commerciali preferiti; questo perché colpita,quel giorno, da una serie di imprevisti anti-routine; Il palmare su cui era impostata la sveglia, si era scaricato in quanto,non aveva ricordato di ricaricarlo,perché il post it che doveva ricordarglielo, si era scollato dal comodino,per via del calore della lampada alogena,regalatole dal proprietario del bar, riciclando la stessa,che era un omaggio ricevuto dall’acquisto dei nuovi faretti per abbellire il locale. Ma il telefono funzionò come una sveglia alternativa,con qualche minuto di ritardo,rispetto la routine quotidiana; dall’altro capo c’era una proposta di lavoro, in un giornale locale cui serviva nuovo personale per introdurre un inserto settimanale. Pertanto “pescarono” dalla loro scrivania un paio di domande di lavoro a caso,tra cui quella che Carla inviò qualche mese prima. Tutto qui. Colloquio improvviso. Carla da donna sensibile al suo aspetto,come tutte del resto, aveva bisogno di un po di cose nuove; vestiti e borse mai indossati erano già in armadio; la sua agendina sotto la lettera V questo diceva.  Aveva bisogno solo di un tocco un po da zoccoletta,perché è così che va il mondo. Mancando il tempo per arrivare nel suo solito negozio, aveva quindi optato per questa piccola deviazione alle sue abitudini, entrando nel negozio che era di fronte al bar,il quale aveva notato diverse volte ed aveva annotato nella terza pagina dell’agendina. Terza pagina della N. La sera precedente, Sebastian tornato a casa dalla seduta settimanale con quel coglione,come lo chiama lui, della sua guida-fobia,  aveva cercato “rimedi” al suo malessere.  IL DVD di Lolita! Niente. Al massimo era riuscito a vedere i primi minuti,poi si esagitava, nonostante pensasse: << Ma l’attrice di sicuro lo ha fatto col regista. Per ottenere la parte;>>; 2° soluzione: film porno ambientato in un liceo, dove il professore,ovviamente supplente,ovviamente in possesso di un’arma impropria tra le gambe,grosso quanto quello d’un alce, si fotte tutte le ragazze della classe. Delle porche memorabili;, tipico errore delle pellicole a basso costo di produzione; cioè se devi riprodurre la classe di un liceo,non puoi scegliere 30enni con le tette rifatte,piercing ai capezzoli e un tatuaggio sotto l’ombelico con la scritta” free enter” ed una freccia verso il basso. Eppure, la fobia di Sebastian era parecchio, come dire, avanzata; al solo sentire l’unica battuta della protagonista << Voglio essere la migliore della classe e per questo sono pronta a ricevere il fulcro della sua profonda cultura, per la prima volta,dentro di me. Mi farcisca di sapere>>  si sarebbe dovuta manifestare un’erezione che avrebbe dovuto condurlo alla masturbazione. E invece: dispnea; iperidrosi. Era incredibile. Doveva porre rimedio. Si promise che il giorno dopo,avrebbe seguito i pessimi consigli della sua guida psicologica, e avrebbe parlato con le donne incontrate,indipendentemente dal possesso o meno dell’imene. Doveva semplicemente non pensarci,come sosteneva la guida. Doveva riuscirci e scelse ovviamente di giocare in casa; ossia ci avrebbe provato l’indomani al negozio,senza farsi sudare le mani come al solito. Senza inizia a balbettare, senza quel cazzo di fazzoletto blu,che aveva sempre con se per asciugarsi il sudore dalla fronte. Un giorno,dalla sudorazione eccessiva bagnò letteralmente una banconota da cui si stacco un angolino. Una roba assurda. Tutto perché nella sua testa il pensiero era lo stesso: sarà vergine o no? Ovviamente detestava le immaginette sacre della madonna e odiava a morte Leonardo Da Vinci con il suo “la vergine nelle rocce” in particolare nella versione custodita al Louvre in quanto,in quella nella National gallery di Londra c’è un dettaglio sullo sfondo su cui la sua blasfema mente malata,aveva costruito una ipotesi a dir poco originale, che ovviamente non vi dirò. Fabio attento osservatore,scrutava la strada sottostante l’agenzia, protetto dai vetri oscurati che aveva fatto installare qualche settimana dopo l’apertura dell’agenzia. Il motivo? Ovviamente era stato segnalato in quanto “capitava” che i passanti vedessero dalla strada,un uomo che si sbatteva la 45enne di turno,fresca di divorzio,che stava prenotando il classico viaggio a cuba e confrontare quei falli leggendari con quello dell’ex marito,che contraeva i muscoli del pene solo in presenza di 18enni. Dunque,vetri oscurati, utili anche per i suoi appostamenti di caccia. Munito di binocolo,osservava i movimenti cittadini a caccia di brutte notizie. Incidenti stradali, pedoni investiti, piccioni che cagavano sulle perfette giacche degli avvocati dello studio di fronte; ragazze che piangono al cellulare. Bambini che vengono colpiti dai loro padri,con uno schiaffo dietro la nuca. Anche qualche bella figa scollata o scosciata,che lui non considerava una “bella notizia” in quanto non poteva farsela a “distanza”. Col suo binocolo,ogni tanto, si imbatteva in volti con l’espressione tipica della buona novella: gli aulici la chiamano la faccia da ebete; noi,che non siamo per nulla aulici, la indichiamo come  la faccia di cazzo. Carla passava di li proprio in quel momento,e Fabio che era un bastardo con le donne ma che aveva buon gusto, senza alcun pensiero la seguì con lo sguardo, come se il suo cacciare si fosse interrotto per via della semplice eleganza del passo di Carla,della sua espressione spensierata ma non da ebete e il suo culo che era veramente un qualcosa. Così come il seno; non troppo grande,ma molto ben fatto, vicine tra loro, una 2a forse, ma le dimensioni non contano. A volte soltanto. Proprio sopra la tetta sinistra,tendenzialmente quella più? Piccola o grande,non ricordo mai. Mi sembra piccola, ma non era il caso di quelle di Carla,perfettamente simmetriche,. Senza divagare, sopra la tetta sinistra c’era un cartellino di plastica indicava il bar, lounge bar, che era alle spalle di Carla,in direzione opposta a dove stava andando adesso, ed il suo nome appunto. Carla. Il nome è “giusto”  Si fosse chiamata Gioa, Gaia, Felicia, Fabio sarebbe partito subito con le storielle mentale che tutti fanno su tutti; Gaia: genitori sessantottini, forse il padre è stato un “figlio dei fiori”; erano tutti peace & love.  Padre capellone,madre con camicia sgarciante,  saponette con grassi vegetali,  prodotti omeopatici per combattere influenza,germi ed herpes genitale, queste stronzate qua. E Gaia? Aveva ovviamente ereditato qualcosa dai geni “vita-meravigliosa-pensa-positivo” dei genitori e questo si era riflettuto sulla sua vita sessuale; aperta mentalmente e fisicamente. Ma non era questo il caso. Carla, non Gaia, entra nel negozio di cosmesi; Fabio pensò: << Il tizio,quello strano lavora li. Sicuramente sarà una checca; non può lavorare lì un uomo. Oppure è un malato. No,credo sia una checca>>
Sebastian che si era segnato qualche frase da dire alle eventuali clienti, potenzialmente vergini, che potevano entrare quel giorno, in modo da semplificarsi il suo non pensare alla verginità presunta delle stesse, all’ingresso di Carla, entra ovviamente in panico. Si era troppo focalizzato sulla cosa,che il peso dello stress lo stava fottento più del solito. <<Eccola la dispnea; cazzo l’iperidrosi;merda non ho il mio fazzoletto e questa ancora sta guardando le offerte sullo scaffale per i prodotti dei capelli>>
C. : “ Salve, cercavo un cofanetto con l’essenziale per il viso”  ovviamente Carla si era segnata la cosa,sotto la lettere A Acquistare della sua agendina.
S: << Devo sapere se ha figli o no; è giovane e in forma,ma le ragazze madri ciccione sono solo quelle che hanno concepito nell’occupazione del liceo; col tizio più figo dell’istituto;  si sposano per via dei genitori, e non vivono mai. Lei, se non è già grassa al momento del concepimento, lo diventata dopo la maternità,tanto oramai si è sistemata>> pensò.
C: “ Chiedo scusa,si sente bene? Andrei di fretta,quindi se non le spiace..”
S: “ Mi scusi,pensavo ai colori; si fa bella per il padre di suo figlio? O si prepara per una notte selvaggia?” Disse con un sorriso da esperto in autoerotismo. Non rendendosene conto. Ovviamente. Poi rinsavì
S: “ Mi scusi,facevo conversazione; volevo solo aiutarla a scegliere per l’occasione. Ricorda i colori che eccitano di più quest’uomo fortunato?” <<Cazzo,l’ho rifatto>>  Rendersi maniaco solo per sapere che c’è qualcuno che se la scopa e quindi per forza di cose,di trovarsi di fronte a una donna che non è vergine.
Carla sentì tipo un groppo in gola, all’udire la parola tanto odiata. Ricorda …
C: “Ma è interessato agli uomini oppure è un masturbatore seriale? Cioè le piace ascoltare storielle?. Mi dia quel cofanetto li,mi dica quanto le devo e passi una sgradevole giornata”
Ovviamente uscì dal negozio, con una faccia che era tutto l’opposto di quelle che Fabio odiava,il quale era ancora appostato alla finestra dell’agenzia in attesa di rivedere il culo di Carla; difatti Fabio partì con le sue classiche turbe mentali;<< Forse il tizio del negozio, quello che guarda tutti e tutto con fare sospetto,come se volesse nascondere qualcosa, possibile che abbia la mia stessa fobia? Perché si comporta così, con diffidenza.  Sembra sempre turbato dai suoi pensieri. Possibile che l’eufobia sia così diffusa? Allora non sono così strano come mi ha detto quella troia di ieri sera. Devo conoscerlo,parlarci. Magari mi sbaglio; però di certo la tizia non è uscita col sorriso da quel posto. Fosse entrata qui da me,sarebbe uscita ancora bagnata.>>
Sebastian invece imprecava e malediceva il suo aiuto-fobia; il coglione; << che cazzo ne sa uno che non ha la tua stessa fobia, sulla fobia stessa? Cioè è un discorso inutile quello di “affrontare le paure” “prenderle di petto”. Se uno soffre l’altezza,perché mai deve lanciarsi  col  bungee jumping? Mah. Io soffro, ho un malessere fisico; ad un diabetico, cristo, mica si offrono zuccheri?!?; in ogni caso ho fatto una figura di merda con Carla. Già. Il nome era scritto sulla sua tetta sinistra. La preferisco in coppia con quella destra,però anche sola non era male. Lavora qui accanto. Il nome del bar era scritto sopra la tetta sinistra. Più vicino al capezzolo però. Domani vado li a prendermi un caffè e le chiedo scusa; effettivamente aveva ragione, sono sembrato un maniaco. Non che non lo sia,però alcune cose è meglio confessarle solo a certe persone. Non agli sconosciuti. Si domani vado. Ordino un caffè e con estrema sincerità le spiego il mio problema e la mia necessità di sapere se per caso è ancora vergine; le donne amano la sincerità. Sono fobico io. Partenofobia, può cercarla in internet. Non discrimino nessuno; anzi. Sono sicuro che per chi non è affetto da partenofobia, sapere che una ragazza è ancora vergine deve essere una cosa bella. Sono malato e non c’è cura. Non può biasimarmi. Inoltre lei è molto bella. Se non fosse vergine sarebbe perfetta per me>>
Carla da buona mnemofobia aveva già rimosso l’accaduto. Il suono del suo palmare le permette di sapere sempre cosa fare, ed in tal caso a che ora di presentarsi al colloquio di lavoro; <<magari al giornale pagano di più del bar. Magari è più vicino casa;  inoltre il palmare mi ricorda che devo dare da mangiare al mio pesciolino rosso; considerato che è stato una settimana scarico,credo sia morto adesso>>
“ Mi assento un paio di ore: la mia compagna ha partorito, ed io vado a dirle mollo lei e lo sgorbietto>>
Ecco il cartello che Fabio mise alla porta prima di uscire dall’agenzia e scendere giù, al negozio di cosmetici; le buone notizie non erano proprio il suo forte
S: “ Salve” all’ingresso di Fabio
F: “ Ciao biondo; senti un pò,la tizia che lavora qui di fronte, la barista, bel culetto,tette simmetriche, capelli legati, quella bella porcellina …. La conosci? Te la sbatti? L’ho vista entrare qui ed uscire con l’aria irritata. Cos’è volevi fartela ma sei venuto subito? La volevi legare? Sei come me dici la verità, non ami sentire buone notizie, figuriamoci a dare ad altri,buono notizie eheh”
S:” No,le ho chiesto,implicitamente, se stasera doveva scopare. Ma l’ho fatto per sapere se aveva gia scopato. Soffro di Partenofobia, la paura delle vergini”
F:” Ahahah. Sei più deviato di me!!! Io soffro di eufobia, è l’avversione per le buone notizie. E’ una cosa positiva, fidati. Cioè a volte mi mette in imbarazzo,ma quando succede,poi rimorchio sempre; ok. Quindi non la conosci,l’hai soltanto spaventata;  L’ho vista dal mio ufficio e mi sono incuriosito. Inoltre mi ha sollecitato il pacco,con quel suo culetto”
S:” magari la conoscessi, è veramente bella”
F:” tranquillo matto; me la sbatto io,così la defloro se si è voluta conservare; così poi puoi fartela, non me ne frega un cazzo; sono generoso io”
S:” Guarda che quello disturbato mi sa che sei tu; Però magari puoi darmi un consiglio; proprio perché non mi conosci,proprio perché sei disinteressato a farmi stare bene ed anche perché sei un fobico maniaco del cazzo, cosa mi dici del mio problema? Psicologi,medici, nerd del cazzo sui vari forum, tutti a dirti le solite cazzate sul come si supera la cosa,la forza di volontà e blablabla. Te che faresti?”
F:” Io? Andrei con una professionista della lussuria,  e al momento clou,quando stai per esplodere la tua gioia in quella bustina di lattice che devi utilizzare,penserei ad una verginella. Una fragolina che nessuno ha mai morso; non puoi fermare il treno quando è a massima velocità, mi segui? Inoltre mi farei questo discorso; maggiorenni. Vergini. Frequentano  i locali notturni che frequenti tu? Cambiali; che cazzo sei un evangelico o un fondamentalista cristiano? Stai lontano da loro. Sono tromba-fobici : alto rischio verginità”
S: “ tu convivi bene con la tua fobia,giusto? Come ci sei riuscito? Come cazzo fai??”
F:” Prima cosa mi piace; inoltre credo di essere un fottuto misantropo, uno di quelli in gamba però e quindi non ho mai avuto grosse difficoltà. Mi piace il tentativo di distruggere i volti sorridenti delle persone. La gente piena di speranza; hanno abusato del colore verde; oggi il verde cosa significa? È rilassante,appagante. Cazzo la speranza deve essere una cosa stimolante,deve eccitarti. Se dovessi idealizzare uno scenario di speranza ti vedi in un campo verde con i fiorellini che danzano al vento e un’unica casa nel raggio di 10 km, o a letto con tre donne?  Speranza. Speri che le cose migliorino? Categorie professionali serie,politici onesti,ragazze per bene che scopano massimo una volta la settimana, o speri nella rivolta, nella sommossa, abolizioni delle categorie, esplosioni nei luoghi in cui dominano le caste,? Cazzo è così che vedo la speranza io. Ed è secondo questi binari che mi relaziono alla gente. Se non piaccio tanto meglio”
Il giorno dopo, Sebastian entra al bar, si siede,scruta la sala, ed ordina una buona colazione. La notte l’aveva passata a pensare ai campi verdi e a letti pieni di donne; alle rivolte che avrebbero condotto alla liberalizzazione delle case chiuse. Eccoli i locali notturni in cui le trombofobiche non avrebbero messo piede! Quel malato di Fabio lo aveva “illuminato”. Carla non indossava nessun simbolo cattolico. Bene c’erano buone possibilità che non fosse una fondamentalista religiosa. Punto a suo favore,scendono le possibilità che sia vergine, e ciò in piccola percentuale consentiva a Sebastian di non pensare al passato sessuale della ragazza.
S:” Ciao, sono il tizio del negozio qui di fronte;  mi auguro che tu abbia rimosso la conversazione di ieri. Parlavo di speranza ieri,con un tizio. Ebbene la mia è che tu non ti ricordi di me. Il fatto è che io…
C:”  non ricordarmi di te…” E’ chiaro che fu una cosa che colpì Carla particolarmente. Cioè per quanto possa sembrare banale, non è una cosa che si  dice molto, quella di non ricordare un incontro, Era come se qualcuno conoscesse il suo “segreto, avesse imparato a conoscerla,la capisse fino in fondo. Mai gli era capitato di sentire una cosa del genere. Nessuno l’aveva mai approcciata così.
S:” Si il fatto è che soffro di un curioso e fastidioso disturbo. Soffro di partenofobia. Non è una scusa inventata. Non è come vantarsi di ritorno da una vacanza mostrando come trofeo una qualche malattia a trasmissione sessuale. Ho paura delle vergine,ci penso continuamente,ogni volta che mi trovo a parlare con una donna,devo sapere se è vergine oppure no. Altrimenti sto male, neanche la valeriana mi calma”
C:” Non ricordarmi di te… mi sei simpatico; e fortunato. Anche io sono fobica.
S:” avversione per le buone notizie? Ho conosciuto giusto ieri un tizio affetto da eufobia; uno che vorrebbe sc …emh.”
C:” Sono mnemofobia, ho paura dei ricordi; vorrebbe?”
S:” Cazzo, quando racconto di me poi tendo a parlare troppo. Confessare le proprie paure è come liberarli di un serpente che ti morde le caviglie
Fabio,attento osservatore,entra nel locale,si siede al tavolino di Sebastian,guarda Carla e dice:
F:” Tesoro, hai presente quei ragazzini che riciclano frasi e semplificano concetti profondi di scrittori come Wilde,sperando di scopare? Dimenticali; Voglio farmi un giro, ma anche 3-4 su di te e fanculo il lieto fine. Ti divertirai,fidati”
C:” La buona notizia per te è che non ti prendo a calci nei coglioni; la cattiva per me è che sarò costretta a ricordarmi di te. In modo da poterti evitare e tenere a distanza”
F:” Sono eufobico, paure delle buone notizie,ma nonostante ciò ai coglioni ci tengo; tuttavia la tua buona notizia” ,quasi mi ha provocato un’erezione. Ad ogni modo stai lontana dalla mia fobia, è quanto di meglio poteva capitarmi”
S:” La cosa migliore che poteva capitare a me era trovare una tizio e una tizia che accettassero le loro fobie,per quanto bizzarre, con l’aggiunta di aver trovato uno che sia più malato di me. Mi rincuora questa cosa, mi aiuta a fronteggiare sul serio la mia paura”
C:” Pensa che io non credevo possibile voler ricordare qualcosa come un tizio,onesto, completamente che mi chiedesse di non ricordami di lui”
F:” Ok. Due cose. Uno: Ma una cosuccia a tre? Due: adesso,portami un dannato caffè”